Musica in streaming: Spotify sempre prima ma in calo, boom di utenti per YouTube Music

La musica in streaming si conferma un mercato in piena crescita, come confermato dai dati resi noti da MIDiA Research e relativi al secondo trimestre del 2021. Nel giro di un anno, infatti, il pubblico che ascolta la musica tramitee questo tipo di servizi è cresciuto del 26,4%, ovvero di circa 100 milioni di nuovi utenti in tutto il mondo che portano il totale dei fruitori a 524 milioni.

A farla da padrone in questo segmento è ancora una volta Spotify, la piattaforma streaming svedese che continua ad avvantaggiarsi del fatto di essere stato tra i pionieri della “musica liquida“. Il numero di utenti che si affida a Spotify è cresciuto del 20% su base annua, anche se la quota di mercato del 31% è in calo rispetto al 33% registrato nel secondo trimestre del 2020 e al 43% del 2019.

Ad avanzare sono invece i diretti concorrenti di Spotify, a partire da Apple Music, che insegue con una quota del 15% staccando a sua volta Amazon Music, terza con una fetta di mercato pari al 13%. Sia Apple che Amazon possono dirsi soddisfatte se si guarda alla crescita dei rispettivi servizi, con quest’ultima in particolare che ha visto un aumento degli utenti del 25% nel periodo di riferimento.

Fa però ancora meglio Google con YouTube Music, servizio che pare essere particolarmente gradito al pubblico giovane dei Millennials e della Generazione Z. La piattaforma musicale di BigG ha fatto segnare infatti un aumento del 50% di utenti rispetto al 2020, con una crescita significativa che si conferma la migliore in assoluto del settore.

YouTube Music è al momento al quarto posto e detiene una quota di mercato dell’8%, quindi relativamente bassa in termini assoluti, ma la forte crescita degli ultimi tempi fa ipotizzare che l’offerta di Google possa diventare in futuro una delle concorrenti più credibili e temibili soprattutto per Spotify, ad oggi ancora saldamente leader del comparto ma con una quota in costante calo ormai da un paio d’anni.

Va precisato comunque che i dati sugli utenti attivi non corrispondono esattamente agli utenti paganti, in quanto tutti i servizi o quasi offrono un piano base gratuito che consente l’accesso ai rispettivi cataloghi senza abbonarsi, seppur con delle limitazioni sulle funzionalità e sui contenuti fruibili.

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