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TIM: mandato del CdA a Labriola per la separazione della rete dai servizi

TIM compie un altro passo verso lo scorporo della rete e la creazione di due società distinte, di cui una, chiamata provvisoriamente NetCo, in cui confluiranno tutte le infrastrutture di rete fissa incluso Sparkle, e un’altra, identificata sempre in via momentanea con il nome ServiceCo, che si occuperà dell’erogazione dei servizi.

Il CdA di TIM, riunitosi ieri sotto la presidenza di Salvatore Rossi, ha conferito all’amministratore delegato Pietro Labriola il mandato per mettere in pratica il piano di scissione del gruppo che porterà allo scorporo della rete e al conseguente superamento dell’integrazione verticale.

Si ricorda infatti che TIM è storicamente un operatore verticalmente integrato in quanto svolge il doppio ruolo di fornitore di connettività all’ingrosso ad operatori terzi, grazie al possesso della più estesa rete d’accesso in rame e in fibra d’Italia, e di fornitore di connettività al cliente finale con offerte dedicate al mercato consumer e business.

Il piano industriale TIM che dovrebbe portare al superamento di questa situazione è stato approvato lo scorso marzo e prevede, in dettaglio, la divisione del gruppo in due entità distinte e separate secondo il seguente schema:

  • NetCo: include la rete fissa, primaria e secondaria, le attività wholesale domestiche e quelle internazionali (Sparkle). Netco può rappresentare il primo caso in Europa di realizzazione di un polo di infrastrutture e tecnologie di rete in fibra a disposizione di tutto il mercato e con una presenza capillare su tutto il territorio nazionale. Si concentrerà sul mercato wholesale con il compito di accelerare ulteriormente il deployment della rete in fibra, beneficiando nel medio-lungo termine dei cicli di investimento e dei relativi ritorni tipici del mercato infrastrutturale.
  • ServiceCo: Include TIM Enterprise, TIM Consumer e TIM Brasil
    • TIM Enterprise. Include tutte le attività commerciali nel mercato Enterprise, le digital companies Noovle, Olivetti e Telsy. Comprende gli asset relativi ai data center. Facendo leva su una posizione di leadership presso la Pubblica Amministrazione e i grandi clienti e su una selling proposition end-to-end unica e distintiva, punta a conquistare quote in un mercato in crescita grazie alla spinta verso i servizi digitali. Un approccio da Tech-company, sempre più integrato, anche organizzativamente, per un’offerta end-to-end che valorizzerà pienamente l’unicità delle competenze e degli asset del Gruppo, spinti dai trend di Cloud, IoT e Cybersecurity.
    • TIM Consumer. Concentra al suo interno tutte le attività commerciali fisso e mobile nel mercato retail Consumer e Small and Medium Business (SMB). Comprende gli asset di rete mobile e le piattaforme di servizio. Una riorganizzazione profonda delle sue attività, basata sulla semplificazione, sarà l’elemento chiave per migliorare le performance.
    • TIM Brasil. Player di riferimento nel mercato sudamericano delle comunicazioni, continuerà nel suo percorso verso una ‘Next Generation Telco’, che ha già consentito di raddoppiare la remunerazione agli azionisti. A seguito dell’acquisizione delle attività mobili del Gruppo Oi è prevista un’accelerazione della crescita dei ricavi, dell’Ebitda e della generazione di cassa, con trend solidi.  

Lo scorporo della rete TIM è il passaggio fondamentale per la creazione della tanto chiacchierata rete unica che dovrebbe avvenire mediante la fusione tra la futura NetCo e Open Fiber. Per l’ex-monopolista guidato da Labriola sarà questa l’occasione per valorizzare un asset importante come la rete d’accesso in rame e quella in fibra ottica posata in questi anni da FiberCop (e prima ancora da Flash Fiber) con l’obiettivo di ridurre l’indebitamento del Gruppo.

TIM nel suo comunicato sottolinea anche la possibilità di attrarre nuovi partner industriali e finanziari per favorire lo sviluppo di nuovi servizi pensati per la transizione digitale, così da cogliere al meglio le opportunità che il mercato concederà nei prossimi anni.

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