Fibra ottica

Rete unica TIM-Open Fiber: prorogata fino al 30 novembre la durata del protocollo d’intesa

Il percorso che dovrebbe portare alla creazione della rete unica grazie alla fusione delle infrastrutture di TIM e Open Fiber ha vissuto ieri un nuovo passaggio. Il Gruppo TIM ha infatti annunciato di aver modificato il protocollo d’intesa non vincolante (Memorandum of Understanding) sottoscritto con alcuni partner lo scorso 29 maggio prorogandone l’efficacia fino al 30 novembre prossimo.

Secondo quanto previsto in precedenza, la validità del memorandum of understanding avrebbe dovuto esauirsi il 31 ottobre 2022. Si tratta di una data entro la quale, a questo punto, verranno meno solo gli obblighi di esclusiva di CDP senza porre fine ai termini dell’intesa.

Il risultato è frutto della proroga concordata ieri tra TIM, CDP Equity, società interamente partecipata da Cassa Depositi e Prestiti (CDP), Teemco Bidco S.à.r.l., società lussemburghese controllata da uno o più fondi gestiti da Kohlberg Kravis Roberts & Co. L.P. (KKR), Macquarie Asset Management (Macquarie) e Open Fiber.

La nascita della rete unica prevede la creazione di un unico operatore infrastrutturato e non integrato verticalmente (cioè che non sia attivo nella vendita di connettività al dettaglio alla clientela privata o aziendale) a cui fare riferimento per la rete in fibra ottica nazionale.

L’assetto societario, il controllo del nuovo soggetto e altre questioni di carattere politico-gestionale sono state finora un ostacolo difficile da superare per raggiungere l’obiettivo finale. I più recenti orientamenti prevedevano la nascita di una società guidata da Cassa Depositi e Prestiti e non da TIM, come invece si era ipotizzato in precedenza, con tanto di partecipazione di Macquarie e KKR.

In questa direzione si era espresso favorevolmente il Governo Draghi, ma il cambio alla guida del Paese avvenuto dopo le elezioni politiche 2022, con il conseguente insediamento del nuovo Governo Meloni, potrebbe far cambiare ancora una volta gli scenari e non si possono escludere nuovi colpi di scena.

Per questo motivo, le parti in causa hanno scelto di prorogare di un mese la scadenza originaria del protocollo d’intesa.

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