Multa rimodulazioni rifiutabili

WINDTRE: multa di 5 milioni di euro per le rimodulazioni rifiutabili

L’AGCM (Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato) ha deciso di comminare una multa di 5 milioni di euro a WINDTRE per le rimodulazioni rifiutiabili che l’operatore ha applicato ad alcuni clienti mobili nel dicembre 2021 e a maggio 2022.

Si tratta di quelle modifiche unilaterali delle condizioni contrattuali che prevedevano un aumento dei giga inclusi nelle offerte a fronte di un rialzo del canone mensile che tuttavia non erano obbligatorie, in quanto potevano essere rifiutate dal cliente inviando un SMS gratuito con il comando “NVAR”.

Per i clienti che avevano scelto il rifiuto le condizioni delle offerte sarebbero rimaste invariate per contenuti e prezzi, fermo restando la possibilità per tutti gli utenti coinvolti di avvalersi del diritto di recesso per chiudere il proprio rapporto con WINDTRE o cambiare operatore senza costi o penali.

La vicenda è partita da una denuncia dell’ADUC (Associazione Utenti e Consumatori), che ha individuato nel comportamento di WINDTRE la volontà di trasformare una modafica unilaterale in una vendita per “opt-out”, quando invece sarebbe stato necessario il consenso espresso del cliente per accettare il pagamento supplementare, ovvero il cosiddetto “opt-in”.

Dopo aver valutato la situazione, l’Antitrust ha accolto la tesi dell’ADUC riconoscendo la violazione dell’articolo 65 del Codice del consumo da parte di WINDTRE e ha stabilito quindi che l’operatore dovrà pagare una sanzione di 5 milioni di euro, il massimo importo applicabile secondo le attuale normative.

L’ADUC ha subito risposto con una comunicazione in cui afferma che le rimodulazioni rifiutabili di WINDTRE hanno interessato 11 milioni di clienti di rete mobile, portando all’azienda un guadagno stimato tra 90 e 225 milioni di euro, quindi ben oltre il valore limite della sanzione erogata dell’AGCM.

Per questo motivo, in un articolo pubblicato sul proprio sito, l’Associazione Utenti e Consumatori parla di “bruscolini” spiegando che:

Su denuncia di Aduc, Antitrust ha condannato WindTre a pagare 5 milioni per aver violato il codice del consumo: aveva spacciato per modifica contrattuale un servizio aggiuntivo del costo di 2 euro al mese. Gli 11 milioni di utenti che hanno ricevuto l’sms con la comunicazione, per rifiutare la modifica avrebbero dovuto replicare con altrettanto mezzo, ma l’Antitrust ha accolto la denuncia Aduc di violazione dell’art.65 del codice del consumo, che prevede il consenso espresso del consumatore per qualsiasi pagamento supplementare e non che il consumatore debba rifiutare un aumento già  applicato. Si trattava di una sorta di “costo della distrazione” (se dimentichi di inviare l’SMS di diniego, paghi 2 euro in più ogni mese).

L’Antitrust, al momento della delibera di condanna (2 nov 2022), ha stimato il guadagno di WindTre in merito tra 90 e 225 milioni. WindTre, che ha cominciato ad inviare sms il 20 gennaio 2022, sta ancora oggi applicando la condotta ritenuta illecita.
Si capisce, quindi che i 5 milioni di multa siano “bruscolini” e, ammesso che WindTre li paghi, rappresentano una sorta di tassa che, continuando con iniziative del genere, converrà  sempre pagare. La multa applicata è il massimo previsto dalla legge, per cui sarebbe necessario un intervento legislativo che fissi un tetto percentuale sul fatturato del gestore condannato.

Sulla materia WindTre ha fatto da apripista, seguita da Tim che abbiamo denunciato all’Antitrust lo scorso luglio e su cui aspettiamo altrettanta pronuncia.

Consigliamo alle vittime di fare richiesta di rimborso di quanto illecitamente prelevato tramite una raccomandata A/R di diffida facendo riferimento alla pronuncia dell’Antitrust.

Ricordiamo che lo stesso tipo di rimodulazione ha visto protagonista nel recente passato anche TIM, ugualmente denunciata all’AGCM come WINDTRE ma ancora in attesa del pronunciamento da parte dell’Autorità.

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