Antenna telefonia mobile

WINDTRE: aumento dei limiti delle emissioni elettromagnetiche necessario per le vere reti 5G

WINDTRE torna a chiedere un adeguamento al rialzo dei limiti elettromagnetici per la telefonia mobile, che in Italia sono al di sotto dei livelli massimi consentiti negli altri Paesi europei e che renderebbe difficoltoso e costoso lo sviluppo delle nuove reti 5G.

L’occasione per riaprire un dibattito mai chiuso è arrivata in occasione del Forum Asstel, dove il CEO di WINDTRE, Gianluca Corti, ha parlato di una “Misura fondamentale per la realizzazione di vere reti 5G”, per poi aggiungere:

L’adeguamento dei limiti elettromagnetici ai livelli in uso negli altri Paesi europei è indispensabile per la realizzazione delle reti 5G. Con le regole attuali non è possibile adeguare l’8% degli impianti attuali e nella metà degli altri impianti possiamo realizzare solo installazioni a potenza ridotta.

Il dirigente WINDTRE chiede quindi al Governo un intervento per modificare il limite di emissioni massime previsto i ripetitori di telefonia mobile. Spiega ancora Corti:

Senza un intervento sul tetto alla potenza delle antenne di telecomunicazioni che il nostro Paese si è autoinflitto, pari a un centesimo di quello in vigore in quasi tutto il mondo resta una sola alternativa teorica, ovvero l’installazione di circa 19.500 antenne nuove. Un’ipotesi impraticabile, poiché l’aumento delle strutture comporta oltre a forti impatti paesaggistici e ambientali, maggiori oneri per le aziende e consumi elettrici più elevati, basti pensare che una stazione radio base per le telecomunicazioni cellulari consuma quanto venti famiglie.

WINDTRE stima che l’allineamento dei limiti di potenza delle antenne ai livelli europei avrebbe anche un favorevole effetto sull’impatto ambientale, al punto che farebbe risparmiare oltre 150.000 tonnellate di CO2 all’anno:

Secondo una nostra stima  l’allineamento dei limiti di potenza delle antenne ai livelli europei farebbe risparmiare più di 150mila tonnellate di CO2 all’anno. Un intervento in questa direzione, afferma il manager, costituirebbe inoltre una misura a costo zero, ma di grande efficacia per sostenere l’industry delle Telco, un comparto che accompagna la struttura produttiva del Paese e da cui dipende una parte della competitività internazionale di tutta la nostra industria. Il Governo sta già intervenendo con misure coraggiose a favore dello sviluppo economico, come quelle relative ai rigassificatori nei porti e alle trivellazioni, l’auspicio è che tale azione possa proseguire anche nell’ambito delle telecomunicazioni.

A quanti si dicono preoccupati per le conseguenze sulla salute dei cittadini derivanti da un aumento delle emissioni elettromagnetiche, Gianluca Corti risponde sottolineando che:

I timori di reazioni sono esagerati perché il Censis ci dice che meno del 15% degli italiani ha preoccupazioni per gli effetti del 5G sulla salute. E una analisi sulle ricerche in Google relative al 5G conferma che le preoccupazioni per l’elettromagnetismo sono veramente marginali.

Per WINDTRE la partita sulle emissioni della telefonia mobile e sui ridotti limiti italiani non è ancora chiusa. Già in passato l’operatore aveva chiesto con forza ai precedenti governi di applicare un innalzamento dei limiti previsti dall’attuale normativa abbandonando l’approccio conservativo del nostro Paese in favore di valori più permissivi, allineati o almeno vicini a quelli di molti stati esteri.

Al di là di ogni possibile valutazione di parte, il problema di fondo è essenzialmente economico, perché con un tetto massimo molto stringente gli operatori sono costretti ad installare più antenne a potenza ridotta per coprire le aree abitate e questo fa ovviamente lievitare tempi e costi di realizzazione delle reti mobili, in particolare della nuova rete 5G su cui un po’ tutti gli operatori infrastrutturati stanno investendo.

La partita si giocherà in ogni caso su più fronti. Da un lato, le telco vorrebbero far prevalere i propri legittimi interessi minimizzando i rischi per la salute e le preoccupazioni dei cittadini, mentre dall’altro ci sono le resistenze dei tanti comuni italiani che, quando si parla di antenne per la telefonia ed emissioni elettromagnetiche, sono spesso pronti allo scontro come confermano le innumerevoli vertenze legali aperte in tutte le regioni.

Si tratta insomma di resistenze che si mantengono ancora parecchio forti, a dispetto di quanto dichiarato dal CEO di WINDTRE e come dimostrato dalle tante installazioni di torri per la telefonia bloccate a causa delle opposizioni da parte delle amministrazioni locali.

Quel che è certo è che per il Governo Meloni non sarà facile trovare un punto d’equilibrio che accontenti tutte le parti in causa riuscendo a tutelare la salute pubblica e al tempo stesso a non far rimanere indietro l’Italia sul fronte delle telecomunicazioni mobili di nuova generazione.

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