TIMVISION e DAZN

L’accordo TIM-DAZN per il calcio in streaming in crisi per colpa di pirateria e abbonamenti condivisi

La presentazione del nuovo piano industriale e dei risultati finanziari del Gruppo TIM avvenuta nei giorni scorsi ha fatto luce su una questione forse minore, ma di certo significativa e comunque molto interessante agli occhi di clienti e investitori, ovvero il deludente impatto avuto dall’accordo tra TIM e DAZN per la Serie A in streaming.

L’intesa, com’è noto, ha consentito a TIM di porsi come partner tecnico e commerciale esclusivo di DAZN per la distribuzione del calcio in streaming, in particolare tramite la piattaforma TIMVISION.

L’operatore aveva puntato molto sulla capacità di attrazione della Serie A per cercare di aumentare la propria quota di mercato, con la speranza di convincere il pubblico a sottoscrivere delle offerte congiunte con il calcio di TIMVISION e un’offerta di connettività fissa, cercando di aumentare l’ARPU (il ricavo medio per singolo cliente) e al tempo stesso di contenere il tasso di abbandono, ovvero il numero dei clienti che lasciano TIM per passare ad altri operatori.

Le speranze del management guidato dall’allora amministratore delegato Luigi Gubitosi (in carica ai tempi dell’accordo) sono però andate deluse, tanto che già nei mesi scorsi era emerso come l’impatto dell’operazione DAZN-TIM non aveva dato i risultati previsti e non aveva avuto un impatto significativo sui conti del gruppo.

Un quadro più chiaro è stato fornito però proprio nei giorni scorsi dal nuovo amministratore delegato, Pietro Labriola, che durante la riunione del CdA per la presentazione dei risultati finanziari e del nuovo piano industriale ha parlato espressamente dell’accordo con DAZN dicendo che:

Le ambizioni erano ottimistiche, tuttavia una serie di problematiche hanno rallentato l’intera iniziativa e hanno trasformato l’opportunità in un freno per l’EBITDA.

Le dichiarazioni di Labriola sono state accompagnate da alcune slide che mostravano chiaramente le ragioni per cui, secondo TIM, la collaborazione per il calcio di DAZN in streaming ha mancato il proprio obiettivo. L’azienda individua sostanzialmente due cause alla base del fallimento, ovvero la pirateria e la cuncurrency, cioè la visione in contemporanea di due eventi con lo stesso abbonamento su due diversi dispositivi.

Una slide TIM riferita all’accordo con DAZN

Per quanto riguarda la pirateria, secondo TIM DAZN non ha messo in campo le misure necessarie per combatterla e questo ha portato a un drastico ridimensionamento del mercato. Ne è conseguito quindi un ridotto bacino di potenziali clienti che ha frenato l’adesione alle offerte con TIMVISION e DAZN inclusi.

La cuncurrency ha inciso allo stesso tempo sulla decisione di abbonarsi al calcio da parte degli italiani, in quanto la possibilità di condividere lo stesso abbonamento per la visione delle partite di Serie A ha inciso sul numero totale delle sottoscrizioni. Per questo motivo TIM accusa ancora una volta DAZN, “colpevole” non aver deciso di impedire tale pratica ai propri utenti.

Va detto che DAZN nei mesi scorsi aveva accennato alla volontà di bloccare la visione simultanea di due eventi con lo stesso abbonamento, salvo poi fare marcia indietro e rinviare genericamente alla prossima stagione una scelta in tal senso a causa delle enormi polemiche scatenatesi sui social e sulla stampa.

Tornando a TIM, l’operatore ha chiesto una rinegoziazione dell’accordo con DAZN per cercare di correggere le criticità emerse. Le trattative tra le parti sono ancora in corso e gli effetti non si vedranno in ogni caso prima della prossima stagione di Serie A.

Non è da escludere che TIM voglia tagliare parte dei finanziamenti a DAZN per la partner esclusiva o magari imporre delle regole più rigide proprio per quanto concerne lotta alla pirateria e abbonamenti condivisi.

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